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ESCLUSIONE SOCIALE E NEGOZIAZIONE DELL'IDENTITÁ AFRO-MESSICANA [di Tristano Volpato]

volpato150Questo volume in lingua inglese di Tristano Volpato ha inaugurato nel 2015 la nuova collana «Mazziana International» della Casa editrice Mazziana di Verona, per contribuire alla diffusione di ricerche che presentano interesse oltre il confine di un singolo Paese. Questo non ci deve sorprendere affatto, giacché l'editrice Mazziana, fedele alla sua originaria vocazione missionaria, con particolare attenzione agli ultimi e a quanti sono nelle periferie, ha spesso dato voce a quanti sono sconosciuti, emarginati, dimenticati e perciò senza diritti di alcun genere, come gli afro-discendenti della Costa Chica di Oaxaca (Messico), che possono essere definiti una comunità fantasma.

L'autore ha tutte le carte in regola: dopo la laurea in sociologia a Trento, Volpato è andato in America Latina dove si è dedicato alla ricerca e all'insegnamento. Il suo profondo desiderio di studiare il fenomeno dell'emarginazione e di quanti vivono nelle periferie l'ha sempre accompagnato. E così, dopo aver insegnato per due anni alla Pontificia Università Cattolica dell'Ecuador a Quito, ha lavorato all'UNESCO occupandosi di un programma delle Nazioni Unite sulla scolarizzazione dei bambini in alcune valli sperdute delle Ande e del Nord Amazzonia ecuadoriano. Il suo interesse per le minoranze di discendenza africana l'ha portato a Cuba e poi in Messico, dove si è dedicato allo studio dei messicani di discendenza africana, una consistente minoranza –quasi un milione di persone– che però non risulta neppure iscritta all'anagrafe del Paese in cui vive. I risultati di questo studio sono raccolti nel libro che a buon diritto ha inaugurato la nuova collana.

Con straordinaria competenza e chiarezza Volpato ha messo a fuoco l'identità e la situazione degli afro-messicani della costa occidentale, a Costa Chica di Oaxaca, dove ha trascorso più di due anni tra varie difficoltà e anche pericoli. Il suo impegno negli studi sull'emarginazione sociale gli ha meritato un incarico d'insegnamento universitario a Città del Messico. Questo studio, ben articolato e di grande interesse, può essere considerato il primo saggio sugli afro-messicani, e affronta il tema, poco dibattuto nel campo accademico, dell'identità africana in Messico. In esso l'autore presenta con competenza e passione non solo la sua riflessione teorica di sociologo su questo tema, ma soprattutto la sua esperienza concreta con gli afro-messicani a Costa Chica facendoci entrare nella ricchezza culturale di queste comunità sconosciute che vivono ai margini della società.

Nella prima parte della sua ricerca, l'autore si sofferma a lungo su alcuni concetti importanti e fondanti del suo studio, quali: identità, comunità e razza. Questi concetti, piuttosto controversi nella discussione accademica, sono funzionali allo studio delle diversità locali, e in questo contesto Volpato affronta alcune criticità dei processi di definizione dell'identità locale e suggerisce interessanti spunti di riflessione sul riconoscimento della popolazione afro discendente del Messico. Questa popolazione oltre a non essere riconosciuta dalle istituzioni –dovuta sostanzialmente a una convenienza politica di nascondere la diversità razziale e culturale– manca anche di una coscienza etnica tale da offrire loro una presenza sociale significativa e capacità d'integrazione.

Nella seconda parte –ricca ed elaborata– l'autore ricostruisce prima di tutto le poco conosciute vicende storiche dell'insediamento delle comunità africane della Costa Chica di Oaxaca. Queste comunità africane, presenti in Messico fin dal XVI secolo, sono state protagoniste degli eventi storici che hanno portato all'indipendenza del Paese. Nei secoli successivi al XVI, gli arrivi degli schiavi furono così abbondanti e continui che il Messico divenne la regione del continente americano che ospitava il maggior numero di afro discendenti. Dopo quest'interessante e dettagliata premessa storica, Volpato si sofferma su tre elementi importanti della formazione dell'identità africana: alcuni tratti culturali che caratterizzano le comunità, l'autoriconoscimento e il ruolo delle donne per la costruzione di una coscienza nera comunitaria.

Per quanto riguarda gli aspetti culturali di origine africana che predominano nella comunità di Oaxaca, l'autore sottolinea che mentre alcuni hanno sofferto un processo di sincretismo relativo o quasi assente, altri si sono mescolati con usanze tipiche della cultura indigena. La sua attenzione si volge prima di tutto alla lingua parlata, una modalità dialettale dello spagnolo, giacché gli afrodiscendenti avevano perso le loro lingue materne e nello stesso tempo erano chiamati a interagire con i vari gruppi presenti nel territorio. Questo ha creato una specie di lingua franca, che l'autore definisce una modalità dialettale dello spagnolo.

Ampio spazio viene dato alle danze e al loro significato. Tra queste, la più conosciuta e quella che ha sofferto il minor sincretismo è la Danza de los diablos. Questa danza ricorda gli antenati degli africani vissuti in Messico e richiama i loro spiriti a fare visita sulla terra l'1 e il 2 novembre, nei giorni in cui si commemorano i defunti. Ha origini africane, non solo perché ricorda gli antenati e li invita a visitare le loro famiglie, ma anche per lo stile, e l'uso di maschere.

Un ulteriore elemento culturale caratteristico è il matrimonio, che può essere o "ideale" o queridato. Il queridato è, in un certo senso, la legittimazione della poligamia, un tratto certamente collegato all'origine sub-sahariana degli afro-messicani. Ogni uomo sposato può avere la sua querida (amante, di solito vedova) che partecipa alle spese della famiglia, aiuta nei lavori domestici e nell'educazione dei figli. L'autore affronta poi un tema molto importante che sta alla base di tutto: la concezione dell'uomo, della morte e delle malattie. Gli afro discendenti di Costa Chica credono allo stregone, alle pratiche magiche, a cure alternative, al malocchio, al mal d'amore e alla perdita dell'ombra. Alla base di tutto questo troviamo i concetti di tono e sombra. Inesistenti nella tradizione cattolica, tali concetti rimandano a due modi di interpretare l'anima: l'animale guida che accompagna e protegge l'essere umano sin dalla sua nascita (fenomeno che va sotto il nome di nagualismo, «ciò che è occulto, interiore, profondo»); l'ombra della persona, il cui smarrimento, e quindi la morte, dipende dal proprio comportamento o da particolari condotte altrui.

Rispetto alle dinamiche di autoriconoscimento, vengono analizzati i fattori più importanti per la minoranza nera: le tradizioni, l'identificazione etnica, la relazione tra inclusione ed esclusione e i tratti somatici. Interessanti sono le risposte ai questionari e le ragione addotte per spiegare il loro punto di vista riguardo al fatto di essere "diversi" dagli altri, più poveri e discriminati.

In relazione al ruolo femminile, l'autore fa notare che la struttura familiare degli afro discendenti della Costa Chica è di tipo matriarcale. L'accento è posto sugli aspetti che legittimano le donne come promotrici della cultura locale e come possibili destinatarie di specifiche politiche pubbliche. Le attività quotidiane delle donne (come la cucina o l'allevamento della prole o dei cosiddetti "figli acquisiti") vengono descritte unitamente al loro "potere sociale", basato sulla capacità di promuovere la cooperazione fra le comunità locali. Vengono messi in luce la matrilinearità, l'esogamia e l'identità femminile nera. Quest'ul tima, in par ticolare, sembra essere il punto chiave dato che il rischio dell'esclusione sociale pare acutizzarsi nel momento in cui l'essere donna si coniuga con l'essere di origine africana.

La terza parte dello studio, relativamente breve, presenta una riflessione sul multiculturalismo messicano a partire da due elementi problematici: il riconoscimento della popolazione africana locale e l'integrazione delle comunità istituzionalmente svantaggiate. Attraverso una lettura comparata della Constitución Política de los Estados Unidos Mexicanos, della Constitución Política del Libre y Soberano Estado de Oaxaca e della Ley de Derechos de los Pueblos y Comunidades Indígenas de Oaxaca, viene rilevato come i diritti destinati agli indigeni e garantiti per legge spesso non vengano di fatto riconosciuti agli afro messicani. Qui Volpato presenta il problema del riconoscimento dell'identità africana in Messico, con la sua ricchezza culturale, e chiede che vengano riconosciuti i diritti di quanti si autodefiniscono neri o afro messicani, e che ora sono esclusi e discriminati anche a causa del colore della loro pelle e dei loro tratti somatici.

Nell'Annex del volume si trovano interessanti mappe e foto della zona studiata, oltre ad una dettagliata presentazione dei questionari e della metodologia usati per la raccolta dei dati. Per quanto riguarda la metodologia, è importante sottolineare che lo studio delle comunità di origine africana e la raccolta delle informazioni è avvenuta attraverso una rimarchevole ricchezza di strumenti e l'aiuto di diverse guide per identificare l'ubicazione corretta delle comunità sul territorio, per aiutare i gruppi di discussione e per la realizzazione delle storie di vita. È stato anche preparato un manuale d'intervista semi-strutturata, un questionario d'opinione, un formato per il questionario del lessico e un colorimetro. Tali strumenti hanno permesso di approfondire efficacemente i temi trattati, sviscerando gli aspetti più problematici ed entrando in profondità nella cultura degli afro discendenti di Costa Chica.

L'interessante cornice etno-storica e, soprattutto, l'interpretazione sociologica dei dati raccolti aprono nuovi scenari sui concetti di multiculturalismo, di appartenenza, nonché sulle politiche di esclusione dei gruppi minoritari e sui loro urgenti correttivi. Volpato sottolinea come purtroppo persistono politiche di esclusione da parte delle autorità pubbliche messicane, e alla popolazione afro-messicana viene spesso negato l'accesso al sistema sanitario e all'istruzione pubblica, poiché il Paese finora ha ignorato l'esistenza e i diritti di questa minoranza. Ma sembra che tutto questo stia per cambiare.

Grazie a quest'approfondita indagine sociologica sui discendenti degli schiavi neri tradotti in Messico e sulla loro emarginazione, il governo messicano ha fatto nel 2020 il primo censimento ufficiale degli afro-messicani. Volpato, con coraggio e competenza, si è fatto voce di chi non ha voce, e ora attendiamo che il suo grido sia ascoltato in molte sfere della nostra società, e che ogni gruppo etnico –per quanto piccolo– possa essere fiero delle sue origini, essere riconosciuto nei suoi diritti e fare la sua parte nella costruzione di un mondo migliore.

Rinaldo Ronzani

[ Fonte: recensione tratta da «Note mazziane» ]
[ Leggi la recensione pubblicata su BresciaOggi ]
[ Leggi la scheda di presentazione redatta dalla Casa editrice Mazziana]


Titolo: «Social exclusion and the negotiation of Afro-Mexican identity in the Costa Chica of Oaxaca, Mexico»
Autore: Tristano Volpato
Lingua: Inglese
Pagine: XIV + 318 con numerose illustrazioni
Editore: Casa editrice Mazziana
Prima edizione: febbraio 2015
ISBN: 978-88-97243-19-9
Prezzo di copertina: 35,00 euro

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