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IL PARAMENTO DI DON MAZZA. UN CAPOLAVORO DELL'ARTE SERICA VERONESE [di Autori Vari]

paramento 150Nel patrimonio liturgico del papa, conservato in Vaticano all'interno di grandi vetrine presso la sacrestia della Cappella Sistina, si trova un paramento ricamato in sete policrome tra preziosi ornamenti d'oro, e rappresentante episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Risulta inviato a Pio IX nel 1862 da Ferdinando I d'Asburgo, su probabile suggerimento della moglie Maria Anna Carolina Pia, che spartiva con lui, dalla Corte onoraria di Praga, l'onere di distribuire la beneficenza alle vaste contrade dell'Impero.

Un dono prezioso che forse rischiò di essere inserito tra i premi delle lotterie che in quegli anni lo Stato pontificio, invaso ampiamente dal neonato Regno d'Italia, organizzava per surrogare le diminuite entrate dell'erario.

Ma l'attenzione personale del papa, che si espresse entusiasticamente sul capolavoro, riservò dapprima le vesti liturgiche ai pontificali solenni, decise poi di sottrarle all'uso che ne rischiava un eccessivo deperimento per promuoverne in seguito un'esposizione permanente presso le Terme di Diocleziano.

Nel 1870 venne deciso per cautela di riporle in adeguate custodie che ne evitassero ogni possibile danno. Una decisione provvidenziale che ha avuto però i suoi lati negativi: pochi poterono visionare l'opera e raramente, per motivi di studio o per particolari occasioni: non solo così i curiosi, ma anche gli appassionati sono stati tenuti lontano da un vero godimento degli occhi, sorprendente per gli stessi studiosi di quelle «arti minori» che vanno in questi anni raccogliendo un crescente numero di estimatori.

Solo di recente, in occasione delle celebrazioni del bicentenario della nascita del sacerdote veronese Nicola Mazza (1790-1865), le autorità vaticane hanno permesso un'esposizione dell'opera nella città scaligera nell'ambito di una mostra dedicata all'arte della seta, suscitando crescente ammirazione. La manifestazione ha permesso per l'arco di un mese, dal 29 settembre al 29 ottobre 1989, di rendersi conto del valore intrinseco di questo paramento, che nell'ambito della produzione serica d'Occidente, per imponenza e qualità d'esecuzione, costringe a risalire indietro nel tempo a cercare termini di confronto con gli indumenti sacri e le vesti dei grandi signori medioevali, frutti insuperati del lavoro collettivo di botteghe artigiane affiatatissime.

E di lavoro collettivo è necessario parlare anche nel caso del paramento nato a Verona nel quindicennio 1845-1861: frutto incrociato delle mani e dei sacrifici delle ragazze che don Mazza aveva raccolte nel suo istituto: forse una quindicina, forse molte di più, guidate personalmente da lui assieme a collaboratori e collaboratrici. Da Verona in diversi scaglioni il lavoro venne spedito alla Corte di Praga, ottenendo fra l'altro come contropartita per gli istituti mazziani un munifico e provvidenziale riscontro in danaro.

Che delle giovani, tolte dalla strada e dai pericoli per essere avviate ad essere soprattutto buone madri di famiglia, potessero giungere a tanta bravura non è parso comprensibile senza un'accurata indagine sul contesto in cui un simile programma artistico e religioso insieme poté maturare.

É questa la ragione che ha mosso un gruppo di appassionati ad avviare una serie di studi che viene in sintesi raccolta in questa pubblicazione, che contiene i seguenti contributi: «Verona e la seta dai tempi veneti all'Unità» di Giovanni Zalin; «Le tinture come tavolozza» di Franco Brunello; «Un impegno sociale ed educativo» di Domenico Romani; «Il progetto e la lunga lavorazione» di Doretta Davanzo Poli; «I dipinti preparatori» di Sergio Marinelli; «La voce delle ricamatrici» di Glauco Pretto; «Schede tecnico-artistiche» di Doretta Davanzo Poli.


Titolo: «Un capolavoro dell'arte serica veronese»
Sottotitolo: Il paramento di don Mazza
Curatori: Autori Vari
Pagine: 94 con numerose illustrazioni a colori
Editore: Casa editrice Mazziana
Prima edizione: ottobre 1989
ISBN: 88-85073-15-9
Prezzo di copertina: 15,50 euro

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