L'OLIO DI HANAFI

L'OLIO DI HANAFI
di Franco Giardina

François arrivò che ormai era buio; i controlli all'aeroporto erano stati più lunghi del previsto e riuscì, a malapena, a prendere l'ultimo autobus diretto a Essaouira, una bella cittadina del Marocco sull'oceano, meta della sua vacanza. Gli avevano riferito che, nonostante fosse novembre, il tempo sarebbe stato buono, con una temperatura mite di giorno, anche se fredda la notte; sicuramente ci sarebbe stato vento, per cui la località era una meta ricercata dagli amanti del surf.

L'arrivo al Riad (Hotel), dove aveva prenotato una stanza, fu abbastanza agevole, anche se durante il tragitto dovette cortesemente rifiutare un'offerta di hashish. Deposti i bagagli, si accorse di avere fame; si fece consigliare dal direttore del Riad un ristorante con cucina locale e girovagando un po' lo trovo e consumò una gradevole cena; rientrato all'hotel, sentì la stanchezza e, appena in camera, si buttò sul letto e si addormentò.

La mattina dopo, una volta pronto, si recò a fare una buona colazione; poi, uscì per iniziare la visita della città, ma si accorse che il tempo non prometteva niente di buono e rientrò per prendere il kway  impermeabile. L'animazione nel grande viale, all'interno della Medina, era abbastanza scarsa; proseguendo, cominciò a notare le diverse bancherelle che offrivano, oltre ai frutti e alle verdure del luogo, anche abbigliamento, lavori in legno intarsiato, porcellane. Cambiò direzione e si diresse al mercato del pesce, facilmente identificabile dalle nuvole di gabbiani che sovrastavano il porto; vide barche blu e uomini accucciati che ripulivano le reti, togliendo i pesci impigliati. C'erano pure molti gatti e quella strana coabitazione con i gabbiani lo stupì molto. Improvvisamente, lo colse un'antipatica pioggerellina che gli impedì di raggiungere la spiaggia; si aggirò, a tal punto, tra viuzze piene di negozi per turisti, piccoli hotel e bancherelle di alimentari. Ogni tanto, François veniva avvicinato da venditori di pesce fresco o da chi gli proponeva tappeti o sciarpe, che gentilmente rifiutava. Si fermò per mangiare un piatto di pesce appena pescato e poi continuò a girare finché la pioggia insistente e noiosa lo costrinse a rientrare. Si asciugò alla meglio e si riposò; quando uscì dall'hotel, non pioveva più e in uno sprazzo azzurro del cielo, apparve il sole.

Il giorno successivo, andò finalmente alla spiaggia: il sole era caldo, accompagnato da un po' di vento e si mise a passeggiare piacevolmente, quando il calore solare lo costrinse a togliersi la giacca. Si sedette su una panchina di marmo ad ammirare l'oceano; alcune onde increspavano l'acqua e il panorama era piacevole. Girò lo sguardo e notò, un po' più in là, un vecchio sdraiato, dimesso e gli pareva, anche, sofferente. Avvicinatosi, gli chiese in francese se avesse bisogno di aiuto; il vecchio lo guardò sorpreso e ringraziandolo, gli confessò di avere freddo.

Era da poco passato l'11 novembre e François si ricordò della storia di Saint Martin; porse, allora, la giacca al vecchio, con la speranza che lo facesse sentire un poco meglio. Egli lo guardò con gli occhi luccicanti, forse per le lacrime e, senza dire nulla, prese le mani di François e le baciò; poi, quasi sussurrando, gli disse che gli avrebbe fatto un regalo ed, estratta da una sacca una boccetta, gliela porse.

«Non è olio d'argan! È stato estratto dai semi di una pianta che ormai non esiste più. Ne beva una goccia la sera, prima di coricarsi, e il giorno dopo sarà più giovane di un anno. Le raccomando: una sola goccia, altrimenti otterrebbe l'effetto contrario. In un momento di disperazione, scolai la bottiglia e mi trovo ora ad avere 280 anni e le confesso che pesano e sono molto stanco. La ringrazio ancora e ora vada!», disse sommessamente il vecchio.
«Non voglio nulla, mi creda; l'ho vista tremante e … non è il caso.», ribatté François.
«La prenda, l'attenzione amorevole va ricompensata! Nelle sue preghiere, si ricordi di Hanafi, così mi chiamo.» Coprendosi con la giacca, chiuse gli occhi. François si allontanò, confuso e imbarazzato, con la boccetta in mano; continuò la sua passeggiata e, giunto a un certo punto della spiaggia, decise di tornare indietro. Subito notò, con stupore, che il vecchio non c'era più nel posto dove l'aveva lasciato e, scuotendo incredulo la testa, rientrò all'hotel. Preparò il bagaglio, dovendo partire all'indomani per una visita guidata alle Città Imperiali; dopo la cena, prima di coricarsi, bevve una goccia d'olio e si sdraiò.

La mattina dopo, guardandosi allo specchio, notò che alcune rughe erano sparite e, forse, la barba era più scura; ma sorrise pensando che era solo suggestione. Prese il bus turistico e partì; ogni sera bevve una goccia d'olio e quella che era stata suggestione, ora era un'impressione reale.

Terminarono il viaggio e la vacanza; l'aereo lo riportò a Parigi dove l'attendeva il figlio, come da accordi presi; quando si incontrarono, il figlio lo guardò con meraviglia, spalancando gli occhi e gli disse: «Alla faccia della vacanza! Ma che cosa hai fatto? Hai un viso incredibilmente disteso e abbronzato e non hai più la pancia.»
François, sorridendo, gli rispose: «Sai, ho provato più di una volta l'esperienza dell'hammam e questi sono i risultati, semplicemente sorprendenti!».

Franco Giardina

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