LA CROCE

LA CROCE
di Luigi Cattelani

Ultima frontiera dei senza onori e dei senza nome.
Spettro vagante colpito alle spalle da un riflesso morente.
Testimone di agonia e di efferati tormenti.

Un vento gelido raccoglie frammenti di anime fuggenti,
vagano senza meta ai piedi delle tue braccia rivolte al cielo
in preda a presagi dal volto inquietante.

Cristo ha trafitto il tuo legno,
innestando la vita dove regnava la morte.
Sotto la tua ombra è riposta la spada del giusto.

Un rivolo di pianto esce dal durame del tuo tronco,
una linfa vitale ti penetra il cuore portandolo in vita,
e risveglia quell’agro sapore di apparente sconfitta.

Come una disperata effige mi ritrovo inchiodato al tuo legno
spine di rovi mi trapassano il cuore, e la mente mi sanguina,
mentre, straziato dal dolore, vengo sedato con gocce di fiele.

Cristo ha trafitto il tuo legno
innestando la vita dove regnava la morte.
Sotto la tua ombra è riposta la spada del giusto.

Un macigno di odio ora chiude il sepolcro.
Il miserabile orgoglio di cuori di pietra
ha forgiato il sigillo per perpetrarne l'oblio.

Tu, o Croce, testimone di un olocausto annunciato,
ammaina il lugubre vessillo dei vivi sepolti
nell'attesa che il tempio ricomponga i suoi resti.

Per tre giorni e tre notti sei rimasta da sola «sul luogo del cranio»,
poi ti ho sradicato da terra e caricato sulle mie fragili spalle.
Solo in quel preciso momento il Cristo risorto mi ha teso la mano.

Cristo ha trafitto il tuo legno
innestando la vita dove regnava la morte.
Sotto la tua ombra è riposta la spada del giusto.

Luigi Cattelani
(Villafranca di Verona)

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