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MONSIEUR SJÖGREN

MONSIEUR SJÖGREN
di Lucia Marotta

Apro gli occhi al mattino, Monsieur Sjögren è con me.
Ha già steso lungo il bordo, intimidito dei miei occhi,
stalagmiti di cristalli, addensati e brillanti
e anticipa i miei passi che mi portano alla sera
e mi ricordano, che la mia è una storia vera.
Schernisco la luce respirandone l'odore,
poi indosso i miei occhiali da sole
per un solo attimo, io mi immagino il mare,
l'odore nel vento del sale
ma Monsieur Sjögren è sempre con me.
Ma nessuno lo vede e mi prendono per pazza.
Mi ritrovo nel suo abbraccio che mi stringe tanto forte,
quasi perdo il mio respiro, stringe tanto da far male.
Mi accompagna questo amante mentre vado a lavorare,
resta lì indispettito se lo provo a ignorare,
come un bimbo stringe i pugni, mi verrebbe da gridare.
E la sera giungo a casa, non preparo mai la cena, non ne ho voglia,
sono stanca, non si mangia, non ne vale più la pena,
e non vuole che io legga, poi si sentirebbe escluso
ad osservarmi mentre viaggio, via da questo corpo teso.
Mi ritrovo stesa nel mio letto troppo grande, ma Monsieur Sjogren è già lì,
non è buono a far l'amante.
Lui mi ha tolto anche lo sfogo di potermi lamentare,
io non riesco più a dormire perché fa tutto male.
Per un solo attimo, io mi immagino il mare,
l'odore del vento nel sale
ma Monsieur Sjögren è sempre con me.
Mi ritrovo nel suo abbraccio che mi stringe tanto forte,
quasi perdo il mio respiro, stringe tanto da far male.
Mi ha tolto anche l'amore, e mi ha tolto la famiglia senza più una certezza in mano.
Mi vien voglia di scappare ma poi la mia vita è questa.
Proseguo con affanno la salita con la speranza di poter vincere questa missione
e guarire da questa malattia che è un po' come morire.

Lucia Marotta

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