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«LA GRANDE SFIDA 16», SPORT E CULTURA DELL'INTEGRAZIONE

[Ottobre 2011] «La Grande Sfida che abbiamo lanciato in questi anni è quella di far incontrare le persone attraverso le comuni passioni per lo sport, l'arte, la cultura, la dimensione spirituale. Il mondo della disabilità ha bisogno, oltre che dei servizi e spazi dedicati, di interagire con i mondi vitali costituiti dalle realtà associative, culturali, educative, istituzionali, amministrative, religiose, economiche formali e informali, stabilendo relazioni di conoscenza, di stima e di reciprocità.

La Grande Sfida vuole essere un laboratorio d'incontro e di promozione culturale cercando quel sottile legame che ci fa sentire appartenenti, ciascuno con le proprie abilità, ad un'unica comunità. In questi anni abbiamo conosciuto centinaia di realtà associative, cercando, in maniera certamente perfettibile, di allargare la partecipazione di tutti, mettendo in luce il lavoro e il talento di ogni realtà coinvolta». Così Roberto Nicolis, responsabile del progetto «La Grande Sfida», spiega il significato dell'iniziativa, arrivata alla sedicesima edizione, che si è svolta con numerose manifestazioni nei mesi di maggio e giugno 2011 in diversi comuni della nostra provincia, grazie anche al contributo della Fondazione CIS.

LA STORIA E I NUMERI

La Grande Sfida è nata nel 1996, all'interno del progetto «Handicap e Sport» del CSI-Centro Sportivo Italiano di Verona, che coinvolge oltre 380 persone disabili desiderose di scambiare esperienze di sport e gioco con altri CSI di città vicine. Nel corso degli anni ha coinvolto 150 realtà nazionali e internazionali. Per raggiungere i suoi obiettivi, La Grande Sfida utilizza il lavoro, lo sport, il gioco, l'arte (cinema, teatro, danza, musica), la cultura e la dimensione spirituale come occasione di incontro.

La Grande Sfida ha toccato in 16 anni 50 Comuni della provincia di Verona. Ogni anno l'organizzazione lavora in rete con oltre 20 Istituti Superiori, 20 Istituti Comprensivi e Scuole per l'Infanzia, con percorsi tematici. Nel 2010 sono state coinvolte 400 associazioni e sono un centinaio i volontari che collaborano. Sono circa 30 le realtà associative coinvolte in ogni paese. Circa 60 i Centri Diurni delle Ulss 20, 21 e 22 che aderiscono.

GLI OBIETTIVI DE «LA GRANDE SFIDA 16»

Lo slogan che ha caratterizzato l'edizione di quest'anno è «Io desidero...!»: si è voluto, infatti, porre in evidenza il diritto di ciascuna persona di desiderare, di aspirare alla propria piena realizzazione. Questi gli obiettivi nello specifico: 1) essere momento di incontro-confronto culturale con le diverse realtà italiane operanti nel mondo dell'handicap e dello sport, della cultura, dell'arte, dello spettacolo, della formazione; 2) essere occasione di incontro con la comunità attraverso il teatro, il cinema, l'arte, lo sport e il gioco in piazza, a fianco di artisti e sportivi famosi; 3) saper coinvolgere e mobilitare le reti sociali formali (Regione, Comune, Scuola, Università, Aziende, Ulss, Provincia, Chiesa...) per costruire insieme la festa; 4) essere occasione di festa, a livello internazionale, che la città di Verona organizza, per promuovere con le altre regioni «una cultura di fraternità».

I LUOGHI SIMBOLICI DELLA GRANDE SFIDA

Essere presenti in Piazza, il simbolo della storia e punto di incontro della città, significa non nascondere chi è diversamente abile in qualche luogo protetto, ma incontrando la gente condividere la possibilità di esprimere sé stessi e le proprie abilità nello sport come nel gioco, al di là del limite fisico, psichico e culturale.

Essere nelle Strade significa collegare fra loro le persone che vivono nella comunità, invitandoli, attraverso percorsi di inclusione, a condividere le esperienze. Essere presenti nel Mercato, luogo del lavoro, dell'incontro e dello scambio significa affermare il diritto al lavoro e alla partecipazione delle persone con disabilità. Essere presenti a Teatro e al Cinema, simboli dell'arte, significa valorizzare le molteplici espressioni della bellezza. Essere presenti nelle Scuole e nelle Università, luoghi dove può nascere una nuova cultura di comunità basata sull'inclusione. Ed ancora: essere presenti di Discoteca, il simbolo del divertimento per molti giovani, è un'occasione per dimostrare che ci si può divertire tutti insieme adattando l'ambiente alle persone, liberando l'energia e la gioia di vivere! Essere infine presenti in Chiesa, luogo di incontro della comunità, che spesso rischia di dimenticare «le pietre scartate».

«Incontrando centinaia di studenti, giovani volontari, associazioni -conclude Nicolis- abbiamo condiviso quale occasione di cambiamento personale sia stato l'incontro con ragazzi con disabilità. Occorre lavorare tra gli interstizi, collegando, generando ponti, rendendo visibili per un attimo i legami che ci avvolgono, dai quali fuggiamo per pregiudizio o per paura di scoprire che abbiamo ciascuno bisogno dell'altro. C'è bisogno di investire nelle relazioni tra mondi: esse sono il vero valore aggiunto, invisibile, ma tangibile, per il singolo e per la comunità».

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