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UN AIUTO CONCRETO AI PROFUGHI BLOCCATI IN BOSNIA ERZEGOVINA

[Febbraio 2021] Lo scorso 23 dicembre un incendio ha devastato il campo profughi di Lipa, in Bosnia, dove trovavano accoglienza un migliaio di persone respinte da Croazia, Slovenia e Italia. Da quel momento ad oggi centinaia di persone cercano ripari di fortuna sotto la neve, in condizioni davvero precarie. Ad oltre un mese da quell'evento, nonostante l'attenzione pubblica non abbia acceso grandi riflettori, qualcosa si muove. Sono infatti diverse le iniziative solidali che puntano a raccogliere fondibeni di prima necessità da destinare ai profughi bloccati in Bosnia. Tra queste, un'iniziativa è attiva anche a Verona.

Profughi a Lipa, la situazione in Bosnia

Il 23 dicembre 2020 l'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) ha annunciato la chiusura del campo profughi di Lipa. Anche prima dell'incendio, infatti, il campo non aveva servizi idrici, fognature ed elettricità. Poi è arrivato l'incendio a distruggere tutto, ma le persone che trovavano accoglienza nel campo non sono state trasferite in altre strutture. Le forze dell'ordine, inoltre, hanno impedito alle persone che volevano andarsene di allontanarsi, costringendole a restare ai margini della città di Bihać.

I profughi provengono in prevalenza da Paskistan e Afghanistan e in queste settimane hanno dovuto arrangiarsi per trovare una sistemazione. La neve, non inusuale in Bosnia, ha reso ancora più drammatica la loro condizione. Nella prima settimana di gennaio circa 700 profughi hanno trovato riparo nelle tende riscaldate dell'esercito bosniaco, allestite vicino al vecchio campo, mentre più di 350 persone hanno dovuto cercare ripari di fortuna. A queste persone, se ne aggiungono più di duemila che vivono fuori dal sistema di accoglienza, in case abbandonate o baraccopoli.

La mobilitazione umanitaria

Alcune organizzazioni umanitarie stanno lavorando sul posto, portando pasti caldi ai profughi, ma nelle ultime settimane qualcosa si è mosso anche sul versante della solidarietà internazionale. In Italia la Caritas diocesana di Cagliari ha avviato una raccolta fondi, così come Emmaus Italia, parte del Movimento Internazionale fondato dall'Abbé Pierre. Anche l'associazione «One Bridge to Idomeni» di Verona ha lanciato un appello per la raccolta di beni di prima necessità e donazioni (per finanziare le spese che si dovranno sostenere per portare gli aiuti in loco). A questo appello hanno già risposto alcune piccole realtà associative sparse lungo lo Stivale, che ora stanno costruendo una rete per raccogliere altri fondi e aiuti umanitari.

È possibile sostenere l'azione dell'associazione «One Bridge to Idomeni» di Verona con una donazione:

IBAN (Banca Etica): IT95S0501812101000012405106
Intestato a: One Bridge to Idomeni
Causale: Donazione Progetto Bosnia

PAYPAL: https://www.paypal.me/1bridge2idomeni?locale.x=it_IT

Per informazioni, domande e aggiornamenti questi i contatti:
Facebook: https://www.facebook.com/onebridgetoidomeni/
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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