RICORDI?
RICORDI?
(A tutte le vittime di femminicidio)
di Concetta Esposito
Ricordi il giorno che
i nostri occhi si incrociarono?
Quanto amore in quello sguardo,
quanta passione ci avvolse.
Ricordi il primo bacio,
ardente ed infuocato,
preludio d'estasi e di gioia?
Quanti fremiti in quel tuo forte abbraccio,
dove mi rifugiavo e mi sentivo protetta.
Ricordi in chiesa,
i nostri sì timorosi e sussurrati,
finché morte non ci separi?
Quante promesse
in quegli anelli benedetti e cari.
E quella notte,
ricordi quella notte?
I nostri corpi l'uno nell'altra
e quel seme sparso nel mio ventre
per quel frutto che ti donai
dopo nove lunghe lune?
Quanto gaudio in quel dolore
che mi straziava visceri e carni.
E ricordi il primo schiaffo,
forte e tagliente sul mio viso,
stanco di fatiche e di litigi,
già rugoso e sfatto prima del tempo?
Quanta pena e vergogna
per quei segni che non riuscivo
a nascondere, a giustificare.
E poi, ricordi di quel giorno
che accorsero i vicini
e mi strapparono alla morsa delle tue mani
forti e pressanti, che mi stringevano la gola?
Le stesse mani che un tempo mi sfioravano,
tremanti e generose.
Neanche allora ebbi il coraggio di lasciarti,
di dirti addio, di allontanarti dalla mia vita,
dai nostri figli, dal mio letto.
Stesa su questo pavimento freddo,
sento il calore viscido e lento del mio sangue.
Mi perdo nei tuoi occhi che mi fissano atterriti
nel tuo volto contratto in una smorfia
paurosa e terribile.
Stanca, sento che la vita mi abbandona.
Gli occhi si socchiudono
e sfuocano gli ultimi ricordi.
Nel buio che mi avvolge,
una lacrima scende dal mio viso, si confonde
con una perla di sudore e sangue.
Infine mi addormento
cullata dal suono, lontano e sfuocato,
delle sirene, che sovrastano il tuo respiro
rumoroso e affannato.
Ed ora, per il tempo che ti resta,
ti lascio i ricordi di una vita,
la stessa vita che hai spezzato
una mattina di primavera,
lo stesso tempo felice e spensierato,
che ci vide innamorati e amanti.
Ricordi?