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CORAGGIO E VILTÀ

CORAGGIO E VILTÀ

Ho solo ventidue anni ma me ne sento centosette e temo che la mia vita si sia arenata in un vicolo cieco. Conosco tutte le teorie che stanno dietro l'amore, le ho anche sperimentate. Ma ciò che non riesco proprio ad accettare è il fatto di perdere l'amore. C'è una domanda che assilla la mia mente e cioè: “Se l'amore è eterno, perché sono qui tutta sola?”. Ho frequentato lo stesso ragazzo per tutta la durata delle scuole superiori.
Ci eravamo incontrati al primo anno, io avevo quindici anni, lui sedici. Per il nostro primo appuntamento avevamo scelto Halloween che, tra l'altro, è la mia festa preferita. Ricordo il nostro primo bacio sotto la pioggia... Mi sembrava di aver trovato l'amico con la A maiuscola, quello con cui ridere e piangere, quello con cui condividere tutti i miei guai e pensavo fosse lo stesso per lui. E ben presto mi accorsi di amarlo con una fierezza che non avrei mai considerato possibile.
Quando lui iniziò a frequentare l'università, percorremmo per un anno grandi distanze per poter stare insieme. Ma... le cose cambiarono. Lo sentivo distante, diverso. Mi lasciò due volte con la scusa che voleva essere certo che io ero ciò che veramente desiderava. Disse che non voleva chiedersi per tutta la vita se aveva fatto la scelta giusta. Sapendo ciò che io desideravo, lo aspettai. Tutti dicevano che sarebbe tornato e infatti tornò da me e fu molto dolce. Tuttavia, dopo un ennesimo litigio, mi accorsi che, in qualche modo, si era fatto più sarcastico verso di me. Il giorno del nostro anniversario, lo stavo aiutando a preparare i fuochi d'artificio. Verso la fine dello spettacolo, improvvisamente mi si avvicinò, si inginocchiò e mi porse l'anello di sua madre. Piansi. Era quello che avevo sempre sognato. Come potevo essere stata così fortunata?

I suoi genitori erano molto più benestanti dei miei e suo padre non mi aveva mai accettata perché non mi riteneva all'altezza del figlio. Disse al mio fidanzato che non poteva sposarmi prima di aver ultimato l'università perché loro pagavano tutte le spese. Dalla sua famiglia ero considerata un peso anche se non avevo mai chiesto loro di prendersi cura di me, in nessun senso. Ero più che capace di badare a me stessa e lo avevo sempre dimostrato. Decisi che avrei dovuto combattere per lui e, di nuovo, aspettai.

Il tempo passò ma lui non sembrava affatto ansioso di annunciare a qualcuno il nostro fidanzamento. Cominciammo a discutere sempre più spesso e poi iniziò a respingermi con sempre maggiore veemenza. Non capivo. Perché si era dichiarato allora? Mi ritrovai pazza d'amore per lui ed odiavo il modo in cui mi trattava. Allora feci una cosa che non avevo mai fatto prima – gli mentii. Avevo un piano: trovare un lavoro per poter pagare tutti i miei studi e poi fargli una sorpresa. Pensava fossi a lezione quando, in realtà, stavo lavorando. Ma qualcuno scoprì la mia bugia e, dopo la peggiore lite mai avuta con lui, mi chiese di restituirgli l'anello. Da quel momento in poi, persi ogni certezza. Non sostengo affatto di aver avuto ragione mentendogli. Al contrario, so che ero nel torto, anche se lo avevo fatto con le migliori intenzioni. Ciò che non comprendo è la sua rabbia furibonda. Si rifiutò di ascoltare quello che avevo da dire, negò di avermi respinta per mesi ed anche che suo padre non mi vedeva di buon occhio. Come sempre, era completamente colpa mia, aveva perso ogni fiducia in me e non voleva più vedermi. Gli restituiti l'anello e lo lascia andare. E, nonostante la gente continui a ripetermi che mi amava davvero, che ce l'avremmo fatta, che sarebbe rimasto e non mi avrebbe di nuovo spezzato il cuore, non posso fare a meno di chiedermi... Chi ha ragione?

Se la cosa migliore per me è voltare pagina, perché ho la sensazione che il mio cuore abbia cessato di pulsare? Ho oltrepassato la soglia del dolore. Mi sento vecchia. Al posto del dolore, ho un vuoto totale dentro, mi sento uno zombie, ed il mio zombie non è più interessato a niente. Perché, se ho ragione, ha ancora le chiavi del mio cuore? Non riesco più a trovare la mia strada e non so se devo resistere o lasciarlo andare per sempre. Non mi accorgo più degli altri ragazzi. Ed avendo sempre gli stessi amici, è difficile anche per loro. Mi sento malissimo sapendo che loro sono stati coinvolti in tutto questo.

Se Dio aveva deciso per me che era giusto perderlo, perché non riesco a trovare la forza dentro per andare avanti? Innanzi a me vedo solo buio, come se la mia vita fosse già al suo termine ed io mi voltassi indietro per dare un ultimo sguardo alla felicità prima che la morte mi porti via con sè. Mi sono rimasti solo ricordi e mi sembra di vederlo in piedi ad aspettarmi, per abbracciarmi, oltre la porta del paradiso. Ma un'altra parte di me, e non riesco a dire quale prevalga, mi dice che devo mettermi alla prova perché merito di essere nuovamente felice. Una parte di me vuole lasciarlo andare per il suo sarcasmo, il suo distacco ed i suoi difetti e mi suggerisce di mettere insieme tutte le cose che non mi piacciono di lui per cercare qualcuno che non le abbia. Ma, guardandomi intorno, non faccio altro che pensare che l'amore vero è crescere insieme, fino alla morte. Ma questo amore esiste? La parte più forte di me dice di sì. Voglio credere nelle favole, voglio sapere che cosa succede dopo. So che l'amore non è perfetto, so che l'amore è difficile e che richiede impegno, compromesso ed indulgenza. E, consapevole che una parte di lui mi amava, mi chiedo perché non è stato in grado di darmi tutto questo.

Nei miei primi ventidue anni ho conosciuto la cattiveria del mondo e so come riprendermi dalle situazioni più difficili. Tuttavia, non riesco a scuotermi di dosso questo buio che mi ha avvolto. C'è o non c'è felicità ad uno dei due estremi? Da che parte devo andare?

Coraggio significa molte cose. Talvolta il coraggio è la volontà di combattere e di superare gli ostacoli. Talvolta è l'istinto di scappare via. E, forse, quando il passato oscura il presente come l'ombra di un fantasma, il coraggio è la forza di dimenticare. Ho spesso sentito dire che le prove che ti trovi ad affrontare nella vita danno forma alla persona che sarai. Che le cose che attraversi nella vita alla fine decidono il tuo futuro.

Ma, in fondo, coraggio è un termine così relativo. Sta a significare che sei nel giusto, anche se ti ritrovi da solo? Oppure sarebbe meglio allontanarsi da una situazione negativa, senza pensare a quanto possa far male? Posso solo dire quello che il coraggio non è. Il coraggio non è cadere nella stessa, stupida situazione per più di una volta solo perché si ha troppa paura di andare incontro a qualcosa di nuovo. Il coraggio non è imboccare sempre la strada meno trafficata e scegliere il percorso più sicuro. Il coraggio è saper distinguere il bene da male, sapere chi sei e dove stai andando e non permettere a niente di intralciarti il cammino. Il coraggio è scegliere di non diventare un alcolista perché lo erano i tuoi genitori e non puoi fare a meno di diventarlo, o lasciarsi andare in una relazione sbagliata dopo l'altra perché si deve sperimentare e prima o poi funzionerà.

Alcune persone non riescono a cambiare ed è molto probabile che, chi ha sbagliato la prima volta, sbagli anche la seconda. Non c'è un "male minore". Esistono solo luce e buio.

Coraggio... sarebbe coraggioso allontanarsi da qualcuno che amavi ma che in qualche modo influiva negativamente sulla tua vita, o sarebbe più coraggioso restare? Coraggio significa salvare se stessi o gli altri? E, potendo scegliere, stringeresti i denti per aiutare chi è in difficoltà o saresti capace di voltare le spalle e dormire la notte? Non capisco perché sia tanto difficile staccarsi da una situazione e da una persona che non solo ti hanno ferito moltissime volte ma che sembrano anche incapaci di apprendere dai loro errori! Perché è così semplice dimenticare il male subito, mentre l'immagine di ciò che potrebbe accadere se lasci è tanto reale nella tua mente da impedirti quasi di respirare per la paura? Perché l'hai già vissuta prima?

Ti è mai capitato di stare sveglia la notte a chiederti come sei arrivato al punto in cui sei, come sei diventato la persona che ora la gente vede e chi è la persona che gli altri non vedono? E, allo stesso tempo, di chiederti quali situazione della tua vita ti rendono così stramaledettamente felice, come conoscere un amore puro e sperare con cervello, anima e corpo che tale amore sia ricambiato? Un amore che duri in eterno, come dicono? E hai una paura folle di perderlo. Ma se non fosse abbastanza magico? E se dicessi a tutti che conoscevi già quell'amore con lui prima di incontrare l'altra persona? Penserebbero che sei pazza, giusto?

Ditemi che non si tratta di una forza superiore. Ditemelo. Perché, se tutto questo succede davvero, se Dio ha creato il leone E la pecora, allora ha un senso che il bene e il male coesistano. La domanda è: come distinguerli?

Se il coraggio esiste, allora esiste anche la codardia. Se l'amore esiste, allora esiste anche l'odio. Bisogna solo decidere se crederci e, fatto questo, se vuoi salvare te stessa o se preferisci morire e rendere felici le persone che ami perché questo ti renderà felice a tua volta. Non sono più certa di ciò che sia giusto. Ho visto troppo e troppo poco del mondo, allo stesso tempo, per poterlo capire.

[Fiorella Carcereri]

 

Fiorella Carcereri
[07.10.2014] Laureata in Lingue e Letterature Straniere, risiede a Castelnuovo del Garda (Vr) ed ha svolto per molti anni l'attività di traduttrice per poi dedicarsi a tempo pieno alla sua più grande passione, la scrittura, che ama in ogni sua forma e potenzialità. É appassionata di letteratura da sempre e i libri sono parte integrante della sua vita.
Scrive poesie e racconti, parecchi dei quali sono risultati vincitori di concorsi letterari e sono pubblicati su svariate antologie. Ha al suo attivo la raccolta di poesie «Senza rete» (Edizioni Ensemble, 2013) ed il romanzo «Amore latitante» (Edizioni Arpeggio Libero, 2013). Nel marzo 2014 ha pubblicato il suo secondo romanzo a tematica sociale «Con le spalle al muro» (Edizioni Sensoinverso).

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