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FEDELI SUDDITI E BUONI CRISTIANI. LA «RIVOLUZIONE» SCOLASTICA DI FINE SETTECENTO TRA LA LOMBARDIA AUSTRIACA E LA SERENISSIMA [di Mario Gecchele]

fedelisudditi 150«Fedeli sudditi e buoni cristiani» è una ricerca minuziosa e documentata su due territori diversi per organizzazione politica ma convinti dell'importanza dell'educazione. Ed è un titolo che certo fotografa l'intenzione di alcuni governanti del secondo Settecento di diffondere il diritto-dovere all'istruzione almeno elementare, attraverso istituzioni statali, ma che può trarre anche in inganno, quasi si trattasse di puri strumenti di conservazione dei valori della tradizione.

É questa una formula prerivoluzionaria e preilluministica da «antico regime» saldamente fondato sull'alleanza trono-altare. Questa formula sarà, ripresa non a caso, nei documenti del periodo della Restaurazione come nel Regolamento per le scuole elementari del Lombardo-Veneto pubblicato a Venezia il 12 settembre 1818, dove si parlava della «certa fiducia di rendere popoli istrutti altrettanto cristiani, e quindi onorati e fedeli sudditi» e si invitavano i vescovi a mostrarsi «solleciti e zelanti a promuovere una tanto benefica istruzione, che fa sperare i più felici risultamenti pel bene della Chiesa e dello Stato».

In realtà a buon diritto Gecchele può parlare nel sottotitolo, sia pure con allusive virgolette, di «rivoluzione» scolastica, perché tale rivoluzione che estende a tutti il diritto-dovere di un'istruzione di base nasce in Prussia e Austria, in paesi di lingua tedesca, sia protestanti che cattolici, e non invece nella patria d'origine del processo d'industrializzazione, l'Inghilterra, sfatando un pregiudizio di vaga impostazione marxista, che tende a vedere un vincolo, quasi da causa ad effetto, del processo di industrializzazione con quello di alfabetizzazione. L'Inghilterra lascerà a lungo ai privati e alle parrocchie l'impegno educativo scolastico, giungendo all'istruzione pubblica obbligatoria solo nel secondo Ottocento, mentre nella Prussia e nell'Austria, dove il processo di industrializzazione si avvierà più tardi, il principio dell'obbligo scolastico e dell'impegno statale per la diffusione dell'istruzione aveva trovato precise applicazioni legislative già nel secondo Settecento.

Con la lettura di questo corposo volume il lettore potrà apprezzare i risultati di una ricerca ricca e puntigliosa nella documentazione e capace ad un tempo di illuminare l'emergere di un processo che, a partire dalla mutata situazione socio-culturale, ha finito per coinvolgere, oltre la scuola, l'intera vita sociale e politica di due regioni destinate ad avere un influsso fondamentale e determinante sulla storia successiva del nostro Paese.

Il curatore del libro, Mario Gecchele, insegna Storia della Pedagogia all'Università di Verona con particolare attenzione alla condizione anziana e alle istituzioni educativo-assistenziali. Fra i suoi titoli più significativi: «Nonni e nipoti: un rapporto educativo?» (1993), «Poveri e reclusi. Dagli hospitali ai ricoveri: legislazione, statuti, condizioni di vita» (2004), «Momenti di storia dell'istruzione in Italia» (2014), «L'immagine dei nonni nei fanciulli e nei preadolescenti. Trent'anni di ricerche» (2015), «Il Novecento: il secolo del bambino?» (2017).

Per la Editrice Mazziana ha pubblicato anche «Laura unica amica Mio caro Scopoli. Carteggio sentimentale-politico di un Ministro napoleonico (1812)» (2004), e ha curato «I miei tempi. Uno sguardo sull'Ottocento veronese di Leopoldo Stegagnini» (2018) e «Il gran contagio di Verona» (2020).


Titolo: «Fedeli sudditi e buoni cristiani»
Sottotitolo: La «rivoluzione» scolastica di fine Settecento tra la Lombardia austriaca e la Serenissima
Autore: Mario Gecchele
Pagine: 570
Editore: Casa editrice Mazziana
Prima edizione: giugno 2000
ISBN: 88-85073-50-6

Prezzo di copertina: 21,00 euro

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