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ADDIO FIGLI MIEI

ADDIO FIGLI MIEI
di Luigi Cattelani

Se fossi un poeta
potrei decantare la terra con i versi più armoniosi,
se fossi un pittore
potrei rappresentare la terra con i colori più smaglianti,
se fossi un profeta
potrei rivelarvi la terra con i segreti del suo universo.
Ma la madre terra si è coperta il volto
per non mostrare le crudeltà
che la follia dell'uomo le ha inflitto,
disdegnando un qualsiasi contatto.
Allora il mio grido esplode: «perdonaci o madre terra
e mostrati nella tua munificenza».
Ancora una volta la madre terra risponde.
Eccomi a voi, sono la terra
una terra stanca ed avvilita,
una terra massacrata e devastata,
una terra che ha strappato gli occhi
a poeti e artisti per non farsi immortalare,
una terra che ha sradicato la lingua ai profeti
per non farsi rivelare.
Sono stata la culla di tutto il creato,
ma ora in quella culla giace un covo di serpi.
Sto morendo piano piano,
ingerendo goccia a goccia
il veleno del potere di cui vi siete appropriati,
dell'indifferenza, della crudeltà e del disfattismo,
una pozione che non lascia scampo.
Sto morendo piano piano,
giorno dopo giorno, ora dopo ora.
Verrà un giorno che i vostri figli si chiederanno:
«Dove e come potremo vivere»?
Quel giorno sarà per le vostre coscienze
l'inizio dell'eterno disperato tormento.
Addio figli miei.

Luigi Cattelani

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