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UN PRESEPE SPECIALE

UN PRESEPE SPECIALE
di Franco Giardina

Un bambino piccolo, davanti a un semplice presepe, guarda tutti i personaggi con curiosità ed esprime alla madre le sue impressioni.

«Mamma, perché quest'anno gli angeli sono tristi?»

«Forse, caro, guardando al mondo che accoglierà il Bambino, restano un po' sconvolti dalla violenza e dall'indifferenza che una parte dell'umanità ha nei confronti dei piccoli»

«Va bene, ma loro vivono in cielo, la nonna mi ha detto che, dove stanno loro, sono tutti contenti e tutti si vogliono bene. Allora perché sono venuti giù dimenticando che c'è anche lo smog che rovina loro le ali?»

«Non credo che lo smog possa rovinare le loro ali perché sono trasparenti; invece, poiché vogliono molto bene ai bambini, piangono perché non trovano alcuni dello scorso anno e in alcuni di quelli rimasti, leggono nei loro cuori solo dolore, amarezza, solitudine e alcuni di loro hanno molta fame»

«Però io, quando ho fame, mangio; e perché loro no?»

«Perché il mondo è cattivo, non pensa ai bambini che sono il domani; tutti credono di essere immortali, cioè di non morire mai e fanno di tutto per prolungare il benessere, il piacere di una vita molto spesso vuota ma con l'illusione di vivere sempre eternamente giovani, spensierati e fasulli»

«Allora, anch'io sono cattivo perché non penso al domani...»

«Ma no, tu sei buono; parlo dei grandi, quelli che si credono potenti, magari perché hanno tanti soldi, o tante case o le fabbriche o occupano importanti cariche pubbliche o private o militari e non si rendono conto che uccidono più loro con il potere che non una guerra. Ricordatelo, quando sarai grande, il potere non conta nulla se è fine a se stesso, ma vale se riesce a gestire bene sia gli uomini sia le cose. Ma il potere non ha né senso né futuro se non abbiamo cura dei bambini che sono il nostro domani»

Il bambino in quel momento spalanca gli occhi dallo stupore: davanti a lui qualcosa si sta muovendo, non capisce bene perché una strana luce non gli permette di distinguere quello sta accadendo. Quando tutto ritorna normale, nota che di angeli ce ne sono molti di più e sono stranamente colorati: prima erano tutti angeli bianchi ora sono gialli, neri, rossi, con strani vestiti e tutti che tendono le mani verso di lui, come per invitarlo a unirsi a loro. Al bambino viene spontaneo allungare le mani e la madre lo vede farsi piccolo e comparire in mezzo agli angeli, unico senza ali ma accolto da tutti e tutti che lo accarezzano e lo toccano e gli parlano e lui, felice, in mezzo a loro, che parla e ride e salta dalla gioia.

La madre non sa se gridare o chiamare qualcuno, si trova impotente di fronte a questo evento straordinario di cui vorrebbe far parte; ma ecco, un'altra Madre si muove e si alza e le viene incontro sorridendo e lei, attratta da quella visione, si sente trasportare e si trova anche lei immersa in quel paesaggio che ora è un ambiente reale, tangibile.

L'altra Madre, lentamente, si avvicina e le sussurra: «Non temere, qui sei in famiglia, una grande famiglia universale, dove non c'è odio, non c'è malvagità: il tuo cuore parla lo stesso linguaggio del nostro, la tua tristezza è la nostra tristezza; ma forse Lui può aiutarci, perché, anche se così piccolo, ha già steso le mani su di noi». E si dirigono entrambe verso la capanna, dove Lui giace su un po' di paglia; l'emozione è talmente forte che la donna, non si sa come, si mette a piangere, non riesce a parlare e non è capace di staccare gli occhi da quel viso che emana una dolcezza incredibile e in quella sensazione si sente sciogliere sempre di più.

Lui la guarda e dentro di sé sente una voce dirle con grande soavità: «Non temere per il futuro, l'uomo è la mia immagine ed io non posso vedere me stesso distrutto dall'odio e dalla malvagità: sono già morto una volta e non posso morire di nuovo, non devo per il bene di tutti. É giusto ricordare la mia morte, ma io sono la Vita. Ci sono i cattivi, lo so; ma la pace dei buoni, dei giusti, dei deboli vincerà su di loro, perché i primi sono sempre più soli mentre gli altri hanno la forza della solidarietà, hanno l'amore».

Che suono quelle parole, come arrivavano dirette, quale emozione profonda nel sentire quella voce.

«Mamma, cosa è successo? Dove sono tutti quegli angeli colorati con cui giocavo prima?»

La madre si stupì di essere di fronte al presepe, in piedi vicino al figlio, con il volto rigato di lacrime. Forse aveva sognato, era quella l'estasi? Ma la domanda del figlio era concreta, anche lui aveva...
Fece per allontanarsi, quando il suo sguardo si posò vicino alla culla dove c'era il Bambino e notò qualcosa per terra, sembrava uno straccetto, da distante vedeva dei piccoli disegni. Aprì la borsa e si accorse di aver smarrito il suo fazzoletto.

Franco Giardina

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