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LO SPOSATO INNAMORATO

Pubblichiamo l'incipit del racconto «Lo sposato innamorato» tratto dalla recente raccolta «Diari di donne in panchina» [Edizioni Arpeggio Libero, 2017] di Fiorella Carcereri, che ringraziamo.


LO SPOSATO INNAMORATO

Riccardo ed io abbiamo da poco superato la cinquantina. Eppure, nonostante l’età e malgrado il tempo trascorso insieme, ancora non siamo riusciti (o almeno io non ci sono riuscita) a sbrogliare la matassa. «É la solita vecchia storia – vi direte – lei lo ama, lui la prende in giro». Ma c'è qualcosa di anomalo nel nostro gioco. Riccardo alterna momenti di grande tenerezza a momenti di ostinata chiusura. Sembra, a volte, combattuto... Nella sua situazione, forse non c'è niente di strano... Tuttavia, non appena tento di lasciarlo, e ci ho provato decine di volte, seppur senza eccessiva convinzione, lui non ci sta. Se non mi ama, perché non ne approfitta per lasciarmi? «Per pigrizia, per continuare a fare sesso con te», direte voi. Ma vi sbagliate. Perché Riccardo resta, è sempre là, indipendentemente dal sesso.

Lui, a modo suo, è presente in ogni caso e sa essere dolce in ogni caso, tranne in alcuni momenti di buio totale in cui sembra rifiutare tutto di me, la mia essenza, le mie convinzioni, le mie azioni, ogni mia singola parola. Quando lui parla di spazi, di libertà, di lasciar vivere, forse si riferisce alle normali attività quotidiane. Sì, forse. Ma tutto questo io lo prendo sul personale, come un indizio di disamore. E mi sento sempre più smarrita, confusa, impotente, sola. Ciononostante, in dieci anni, non ho ancora trovato la forza per dire basta per davvero. Vivo in stand-by, in attesa di quel sorriso che Riccardo ha perso da anni, illudendomi che un bel giorno lui torni a guardarmi come allora.

Sì, è vero, Riccardo c'è sempre, ma è come un geyser raffreddato, un geyser col getto al rallentatore. Forse tutti gli amori, anche quelli immensi, sono destinati ad evolversi verso questo stato di calma, di semi-stagnazione. C'è chi si accontenta e chi, come me, non smette di chiedersi se ciò sia normale in tutte le coppie, sempreché si possano definire degli standard di normalità in amore. Ma quando vivi da troppi anni in una sorta di limbo, quando sei «la donna in panchina», beh in tal caso cambiano le regole. A furia di non giocare la partita, i tuoi muscoli si atrofizzano, mentre te ne stai semisdraiata sullo zerbino di casa sua, sempre più logoro e scomodo. [...]

Fiorella Carcereri


[07.12.2017] Fiorella Carcereri è laureata in Lingue e Letterature Straniere, risiede a Castelnuovo del Garda (Vr) ed ha svolto per molti anni l'attività di traduttrice per poi dedicarsi a tempo pieno alla sua più grande passione, la scrittura, che ama in ogni sua forma e potenzialità. É appassionata di letteratura da sempre e i libri sono parte integrante della sua vita.
Scrive poesie e racconti, parecchi dei quali sono risultati vincitori di concorsi letterari e sono pubblicati su svariate antologie. Ha al suo attivo la raccolta di poesie «Senza rete» (Edizioni Ensemble, 2013), da cui è tratta la poesia «C'era una volta». Ed il romanzo «Amore latitante» (Edizioni Arpeggio Libero, 2013). Nel marzo 2014 ha pubblicato il suo secondo romanzo a tematica sociale «Con le spalle al muro» (Edizioni Sensoinverso). E nel 2017 la raccolta «Diari di donne in panchina».

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