Casa Editrice Mazziana
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LA VERONA DEL DIALOGO [di Luigi Adami e Paolo Bertezzolo]
La narrazione prende le mosse dalla morte di Nicola Tommasoli, il ragazzo ucciso a Verona per futili motivi da un gruppo di giovani nel maggio 2008 – tragico emblema di una città dominata dall'intolleranza e dalla paura –, per raccontare un'altra Verona, tuttora viva e consistente: quella della fiducia, dell'apertura, del dialogo. Di questa Verona fa parte don Luigi Adami, un uomo che, nella coerenza con la propria coscienza e nella fedeltà al Vangelo e alla Chiesa, ha testimoniato una incrollabile fiducia nel dialogo tra le persone e nella capacità di capirsi e amarsi nonostante le diversità religiose, culturali, politiche, etniche.
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CALLAS 100. LA VOCE, LA SCENA, IL REPERTORIO [di Fabio Dal Corobbo]
Il mito di Maria Callas (1923-1977), primadonna del teatro d'opera senza confini di repertorio, si fonda sulla sua inesauribile ricerca della verità dei personaggi che resteranno per sempre legati al suo nome. Il suo lavoro sulla voce e sul corpo, sul timbro e sulla dizione, sul gesto scenico e sui dettagli del costume viene qui studiato, a cent'anni dalla nascita, in maniera rigorosa, scientifica e completa, ma con un linguaggio immediatamente comprensibile e accattivante. Un libro in quattro parti originale per struttura, uso delle fonti e finalità, scritto da un musicologo che non rinuncia a formulare nuove ipotesi ma riconosce i propri debiti verso chi l'ha preceduto.
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Fondazione Cis
FRANCESCO ANGELERI. UN ROSMINIANO VERONESE (1821-1892) [di Paolo Bertezzolo]
Francesco Angeleri [1821-1892] fu, a detta di molti, un profondo conoscitore e difensore del pensiero filosofico di Antonio Rosmini [1797–1855]. Sacerdote, studioso e docente, l'Angeleri fu soprattutto un uomo in dialogo con il suo tempo. E questo libro traccia le vicende della sua vita e ne descrive l'opera intensa ed infaticabile, illustrando i grandi temi speculativi che egli trattò: conoscenza e mistero; essere e libertà; responsabilità e dignità dell'uomo; libertà della Chiesa e dello Stato; libertà di coscienza e apertura al mondo.
MICHAEL CURTIZ, UN EUROPEO A HOLLYWOOD [di Mario Guidorizzi]
Se oggi il nome di Michael Curtiz [1886-1962] appare nei titoli dei giornali a fianco di quelli da sempre canonici di Murnau, Stroheim o Sternberg, quando si parla di registi europei attivi ad Hollywood, il merito è soprattutto di appassionati studiosi come Mario Guidorizzi, che da anni combattono una solitaria battaglia per una reale riscoperta del grande cinema americano degli anni 1930, '40 e '50, al di là delle mode culturali autoctone o (più spesso) importate d'oltralpe.
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